Nella mattinata di lunedì 23 dicembre si è tenuta la tradizionale cerimonia di commemorazione dedicata a coloro che hanno perso la vita lavorando in mare.
A causa del maltempo, la cerimonia non si è svolta all’aperto, dinanzi al monumento “Il mare, il ritorno”, sito sulla banchina di riva “Malfizia”, e davanti alle lapidi del muro paraonde del molo nord che ricordano le tragedie del mare, ma nelle sale del Museo della civiltà marinara.
Le due corone sono state deposte sulla vetrata che si affaccia sul bacino portuale e sul mare in tempesta, proprio come quello che 54 anni fa, il 23 dicembre 1970, provocò il naufragio del motopesca “Rodi” e la morte di tutti i membri dell’equipaggio.
Di anno in anno, infatti, l’Amministrazione Comunale, con l’apporto del Circolo dei Sambenedettesi, celebra il rito del ricordo commemorando le cosiddette “morti azzurre” che hanno spesso lasciato le famiglie dei marinai scomparsi in mare senza una tomba su cui piangere.
E’ stato il vescovo mons. Gianpiero Palmieri a svolgere una riflessione sulla ricorrenza e ad impartire la benedizione ai presenti e alle due corone in memoria di tutti i caduti in mare.
Nella sala del museo si sono poi succeduti gli interventi del Sindaco, del Capitano di Fregata Alessandra Di Maglio, comandante della Capitaneria di Porto, del presidente del Circolo dei Sambenedettesi Gino Troli che ha poi ceduto il microfono al prof. Giancarlo Brandimarti, socio del circolo, che ha letto la toccante poesia in vernacolo la “Madonna dei Cuppètte” del prof. Pietro Pompei, imperniata sulla vicenda di uno scampato pericolo, per intercessione della Madonna di Loreto, dalla furia dello “sciò”, ovvero della tromba marina così temuta dai pescatori di ogni tempo.